BRASILIANDO

Falamansa

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THOMAS BR
view post Posted on 19/7/2009, 15:29






articolo di Vesa Matteo Piludu su musibrasil.net






Il fenomeno Falamansa è uno dei misteri del Brasile, comprensibili soltanto a chi si immerge a fondo nella calderone etnico e culturale del Paese-Continente. In che cosa consiste? Nel fatto che ironia ha voluto che solo uno dei quattro componenti del gruppo, il `veterano` sanfoneiro Valdir do Acordeon è un forrozeiro `con la patente`. I giovanissimi altri tre, il cantante Tato, Dezinho (percussioni e triangolo) e Alemão (zabumba), sono cresciuti in altra scuola nella cosmopolita São Paulo: rock, reggae, heavy metal.



Tato chiarisce l`assenza di contrasto fra i generi, ma ha le sue gerarchie: «Amiamo il rock`n`roll, l`hardcore, il reggae e anche molta Mpb, ma siamo sempre stati legati al movimento del forró pé-de-serra che cominciava a esplodere nel circuito universitario paulista. Io e Alemão eravamo Dj di forró, e Dézinho faceva produzioni legate al genere». E` stato l`incontro con lo xaxado, lo xote e il baião a decretare il loro successo, dapprima ristretto al pubblico universitario, poi esploso con gli hit `Fique na Saudade`, `Ver Pra Crer`, `Solução` e `Xote da Alegria`. Il risultato è un milione e mezzo di copie vendute con `Deixa Entrar`, primissimo disco del gruppo.

Il segreto sta nell`aver tradotto in linguaggio pop per le nuove generazioni lo stile dei maestri Gonzagão, Jackson do Pandeiro, Dominguinhos e Trio Nordestino. Innovazioni che tuttavia si inseriscono, secondo le chiare parole di Tato, «all`interno dell`universo del forró tradizionale, senza mescolare pianole elettriche, mantenendo la strumentazione del pé-de-serra». Non ci si meraviglia però che oltre agli innumerevoli omaggi a Luiz Gonzaga,
nello show romano vi sia stato posto per l`altro grande mestiço di culto in Brasile, il festeggiatissimo Bob Marley.

La critica ha accomunato i Falamansa a uno delle tante mode giovanili in Brasile, ma Tato contesta l`analisi: «Il discorso può valere per il funk, genere che è esploso dappertutto solo con tre o quattro musiche diverse, forse proprio grazie alla sua stessa limitazione. Nel nostro caso abbiamo a disposizione una varietà ben maggiore, sia nel modo di suonare quanto nel repertorio che mescola il nostro materiale originale con i classici del
forró. Nella mia opinione, la grande differenza fra il forró e te tutte queste mode passeggere, è che il genere esiste da quasi cento anni! Fa quindi già parte della nostra tradizione culturale e non morirà mai, proprio come non morirà mai il samba. Oltre a ciò abbiamo la chiara percezione che siamo in un momento di auge del forró e non sappiamo quanto durerà, ma crediamo sia diverso perché è una cosa eterna, mentre le mode finiscono sempre».

Il successo dei Falamansa è un chiaro segnale di riconoscimento ufficiale di un fenomeno che da almeno quattro anni si verifica a São Paulo e Rio de Janeiro: bande di forró più o meno tradizionali, che però sono composte da giovani locali di classe media, che suonano per un pubblico di classe media, che crea opinione ed è fortemente legato alla musica. E vi è già a chi va stretta la definizione del genere, come a Flávio José, veterano e vero paraibano di Monteiro: «Io dico che non è forró universitário, ma gli universitari nel forró!». E Duani, dei cariocas Forróçacana, tiene a sottolineare: «Suoniamo molto nelle università, ma anche in molte fiere nordestine».

L`accusa di lesa autenticità nordestina grava ancora sui giovani sulistas, ma non sembra infastidirli troppo, visto che in difesa scendono in campo i nordestini come Siba, della rispettata banda pernambucana Mestre Ambrósio: «Tutti parlano del forró universitario come se non fosse legittimo. Si chiedono se un sulista possa suonare forró, ma non se un nordestino può suonare rock, per esempio!». A dare una spallata ai purismi pensa di nuovo Flávio José, che suona in locali dove la classe media proprio non mette piede: «Essere autentico, nel forró, significa non cambiare il ritmo. Il Trio Nordestino aveva già suonato con basso e batteria, Luiz Gonzaga ha usato chitarre elettriche in `O Fole Roncou`. Ci deve essere zabumba, triângulo e sanfona... non importa tutto il resto che finisce in cucina».

E se in difesa dei ragazzini del Sul si pone addirittura un astro della Mpb come Elba Ramalho? E` alla sua voce che affidiamo le ultime riflessioni: «Cos`è questa storia di dire: ah, non sono nordestini, allora niente forró! Oggi muri e colpe sono caduti. Un paulista può tuffarsi nell`opera di Luiz Gonzaga o Jackson do Pandeiro senza paura di intossicarsi! Tutti uniti, facendo una musica come questa, di qualità, e il paese rimarrà forte!»


 
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Rd-Azul
view post Posted on 19/7/2009, 15:40




Sono stati in concerto a Roma... a saperlo...
 
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THOMAS BR
view post Posted on 19/7/2009, 15:42




dobbiamo stare piu' attenti ai concerti azul!
 
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Rd-Azul
view post Posted on 19/7/2009, 15:43




E' vero! Siamo distratti :)
 
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5 replies since 24/4/2009, 22:27   82 views
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